uno spettacolo di e con Paolo Nori e Nicola Borghesi
un incontro suggerito da Elena Di Gioia
luci e audio Alessandro Amato
foto Paolo Cortesi
produzione Liberty
in collaborazione con Stagione Agorà e Unione Reno Galliera
Paolo è uno scrittore e Nicola è un attore, Elena dirige la stagione Agorà. Paolo e Nicola si incontrano nel 2018 facendo un ballo letterario e si stanno subito simpatici. Elena chiede loro di fare una cosa insieme.
Paolo propone di provare a lavorare su che cosa vuol dire per loro essere italiani. Nicola pensa che sia una buona idea. Allora si incontrano tutti i mercoledì in un bar e parlano degli italiani, quindi anche di loro.
Cosa vuol dire, essere italiani? Avere lo zaino Invicta? Parlare male le lingue straniere? Gesticolare? Cantare canzoni d’amore? Mangiare la pasta al dente? Non pagare le tasse? Essere eleganti? Portare gli occhiali scuri anche di notte? Applaudire all’atterraggio dell’aereo?
Nicola Borghesi e Paolo Nori se lo sono chiesti e hanno scritto questo spettacolo che li ha portati a indagare la questione sia nei luoghi istituzionali, come l’ufficio immigrazione della questura, in rete e per le strade della città di Bologna, che, se non ci fosse Parma, sarebbe la città più bella dell’Emilia.
La loro ricerca, e la loro inclinazione alle divagazioni, li hanno portati a parlare di calcio, di famiglia, di capperi, di moda, di Albert Camus, di Alessandro Manzoni e della periferia Nord di Foggia e li hanno condotti a un’altra domanda, «Cos’è la patria», che è una domanda alla quale, alla fine dello spettacolo, si dà un’altra risposta oltre a quella, corretta: «Un’agenzia di vigilanza armata».
Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi è uno spettacolo in cui la forma della lettura si unisce a quella dell’interazione con il pubblico, del dialogo, dell’improvvisazione e del teatro propriamente detto, qualunque cosa questo voglia dire.
Calendario:
Rimini (RN)
Le città visibili
9 settembre 2021 ore 21.30
Teatro degli Atti
Collecchio (Parma)
Teatro alla Corte
9 luglio 2021 ore 21
Giarola, strada Giarola 10
Ragazzola
Corte le Giare
18 giugno 2021 ore 21.30
Arco di Trento
Cantiere 26
18 maggio 2021 ore 20
Cortile d’onore di Palazzo dei Pio
Festa del racconto
Giovedì 30 Luglio 2020 ore 21.30
Piazza Martiri Carpi (MO)
Olinda ex O.P. Paolo Pini
Da vicino nessuno è normale Festival
Martedì 14 e mercoledì 15 Luglio 2020 ore 21
Via Ippocrate, 45 Milano
Palazzo della Cultura
La torre e la luna Festival
Lunedì 13 Luglio 2020 ore 21
Via Allende, 18 Ozzano dell’Emilia (BO)
Data rinviata
Pensavo Peccioli
Cinema Passerotti
Peccioli (PI)
LABOratorio San Filippo Neri
Anteprima Festival 2030
Domenica 17 Novembre 2019
Via Manzoni, 5 Bologna
Teatro Biagi D’Antona
Stagione Agorà
Sabato 28 Settembre 2019
Via La Pira, 54 Castel Maggiore (BO)
INFO E CONTATTI
info@associazioneliberty.it
+ 39 3921696262
Recensioni
Paolo Nori, Nicola Borghesi – “Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi”
PIECE NECESSARIA
Non so se Carlo Freccero mi vuole ancora un po’ di bene – io sì – ma sarebbe tanto bello se prima di salutare Raidue facesse il Carlofreccero, quello che mandò in prima serata Marco Paolini e il suo irricevibile, ma ricevutissimo, “Vajont”, e trasmettesse questo piccolo miracolo teatrale che andrebbe ripreso, distribuito, ciclostilato, portato nelle scuole e appeso di fianco al crocifisso, visto che immaginarne una sostituzione pare, nel 2019, ancora impensabile. È un’oretta e mezza di spettacolo sul concetto di Patria, un’ode al sovranismo dei propri sentimenti, un pastiche di ironia surreale concretissima che descrive, attraverso letture, frammenti, monologhi, fogli A3 un’ aneddotica spicciola eppure preziosissima, attraverso, anche, personaggi e interpreti che il 99 percento degli italiani manco conosce più (Giorgio Manganelli in primis) ciò che siamo e potremmo essere fuori dalla caricatura solipsistica della triste valle social. Paolo Nori è un affabulatore che andrebbe sempre letto con la sua voce in testa, con il suo incedere sgrammaticato e altissimo, con la sua retorica ironica, un performer che restituisce ai suoi libri (“Grandi ustionati” il mio preferito) una vitalità laterale che tocca corde impensabili. Ogni volta. Ma nella complicità con Nicola Borghesi – anche in scena – giovane regista che a 33 anni si è giustamente rotto i maroni di essere considerato giovane, raggiunge un livello di consapevolezza decisivo. Il ragazzo che si scopre italiano solo ai Mondiali, da emigrante, simulando competenze calcistiche solo per acquisire popolarità tra i fattorini pakistani, e il “vecchio” scrittore che la Patria l’ha trovata nella Resistenza, sono così naturali, incidentali, lontani da ogni tentazione di manifestare la loro superiorità culturale, che potrebbe capirli persino chi sovranista lo è davvero. Lucore, disincanto, etica, nelle giuste proporzioni. Che bello.
GIUDIZIO: SOCCIACHEBELLO
Luca Bottura
L’Espresso – Ottobre 2019
Ascolta un brano dello spettacolo (10 minuti) andato in onda il 16 marzo 2020 per la trasmissione “Voci fuori scena” di Rai Radio3 Suite
Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi
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Ascolta i 15 minuti dello spettacolo sulla rubrica di Paolo Nori sul sito Il post