Venerdì 23 marzo 2018 | ore 21
Teatro di Argelato
VITTORIO FRANCESCHI
Il Reduce – Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo
(Racconto di Ruzante di ritorno dal campo di battaglia)
di Angelo Beolco detto il Ruzante
introduce Paolo Puppa (Università di Venezia)
Un omaggio della stagione teatrale Agorà a Vittorio Franceschi.
Vittorio Franceschi, solo in scena, dà voce a Ruzante, pietra miliare della drammaturgia italiana, interpretando tutti e tre i personaggi dell’opera: il reduce (Ruzante), la sua donna (Gnua) e il suo vecchio compare (Menato).
Per l’occasione un ospite d’eccezione introdurrà la serata: Paolo Puppa, studioso, drammaturgo e scrittore italiano, tra i maggiori conoscitori di Ruzante.
Nella vicenda del contadino Ruzante – reduce da una spedizione militare sotto la bandiera della Repubblica di San Marco – rivive la tragedia del villano che, arruolatosi come mercenario per sottrarsi a un destino di povertà e di fame, ritorna a casa più miserabile e affamato di prima. E come se non bastasse, scopre di essere stato abbandonato dalla donna e tradito dall’amico. Infine, a completare l’amara parabola di questo villano – sintesi, potremmo dire, di tutti i villani e non solo di quell’epoca – arriveranno anche le bastonate.
Vittorio Franceschi e Ruzante
Il Parlamento di Ruzante fu prodotto nel 1975 dalla Cooperativa Teatrale Nuova Scena di Bologna – di cui Vittorio Franceschi era, allora, la figura di riferimento – per la regia di Francesco Macedonio. In quella occasione Franceschi diede vita a una delle sue interpretazioni più significative, con grande successo di pubblico e di critica. A distanza di oltre quarant’anni, la ripropone in forma di “mise en espace”, cioè in una alternanza di azione scenica e di lettura, dando voce a tutti e tre i personaggi.
“Ogni attore dovrebbe recitare Ruzante almeno una volta nella vita, per rinfrescarsi alla fonte e riaccostarsi a quell’impasto di pensieri, pulsioni e sentimenti senza i quali è impossibile esprimere sul palcoscenico una qualsiasi verità. Recitare Ruzante non è solo una sfida professionale, ma anche un’occasione per riaccostarsi a quelle nostre radici che pescando negli istinti e nelle pieghe del corpo riescono a dare nutrimento all’anima. Ruzante, oggi quasi dimenticato, precorre la Commedia dell’Arte e forse è da lì che bisognerebbe ripartire per ritrovare la nostra identità di attori e con essa nuova linfa, idee e suggestioni per un teatro futuro che – pur sensibile agli avvenimenti e ai cambiamenti del mondo d’oggi – sia ben radicato nella nostra storia e nella storia della nostra cultura, piena di strappi e lacune ma anche di bagliori improvvisi, come questo “Parlamento” che viene proposto nella chiarificazione in dialetto veneziano di Cesco Baseggio, suo grande interprete del secolo passato”.
Vittorio Franceschi
Lo spettacolo è il secondo appuntamento di Dietro il teatro il mondo. Territori diversi percorsi da un viaggiatore che si orienta con le stelle, rassegna che la stagione Agorà dedica al grande attore bolognese Vittorio Franceschi, per riscoprire testi e autori della tradizione teatrale italiana attualmente poco rappresentati, insieme ad alcuni “giganti” della letteratura. La rassegna prosegue con Monologo in Briciole di Cesare Zavattini, in scena il 14 aprile al Teatro Zeppilli di Pieve di Cento e con Teatro, mistero, poesia, pensiero. Una serata con Giacomo Leopardi, Thomas Mann, Hermann Melville e Antonio Gramsci, letture di Vittorio Franceschi, il 12 maggio a Palazzo Bonora a Galliera.
Vittorio Franceschi ha lavorato con i principali Teatri Stabili italiani, alla Comédie de Genève, e con alcuni fra i più importanti registi italiani ed europei: Benno Besson, Massimo Castri, Alessandro D’Alatri, Matthias Langhoff, Gabriele Lavia, Nanni Loy, Francesco Macedonio, Mario Missiroli, Luca Ronconi, Aldo Trionfo, Andrzej Wajda, Monica Conti.
Fra le principali interpretazioni: Tartufo nell’omonima commedia di Molière; Edipo (Edipo Re di Sofocle); Paragone (Come vi piace di Shakespeare); Pécuchet (Bouvard e Pécuchet di Squarzina e Kezich da Flaubert); Robespierre (L’affare Danton di Stanislawa Przybyszewska); Hinkfuss (Questa sera si recita a soggetto di Pirandello); Borkman (John Gabriel Borkman di Ibsen); Sarincev (Svet – La luce risplende nelle tenebre di Tolstoj); Hamm (Finale di partita di Beckett); Akàkij Akàkievič (Il cappotto da Gogol); Il Signore (Temporale di Strindberg). Fra i suoi testi rappresentati e pubblicati: Un sogno di sinistra, Diario di classe, La dimensione del nero, L’Amleto non si può fare, Scacco pazzo, Jack lo sventratore, Ordine d’arrivo, Il sorriso di Daphne, Dialogo col sepolto vivo, L’uomo che mangiava i coriandoli, A corpo morto, L’esecuzione. Suoi testi sono andati in scena in Céchia, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Polonia, Russia, Scozia, Spagna, Svizzera. Ha ottenuto diversi riconoscimenti fra cui Premio Riccione, Premio IDI, Premio ETI/Olimpici del Teatro, Premio Taormina Arte, Targa Saint-Vincent, Premio Enrico Maria Salerno, Premio Hystrio, Premio Ubu, Premio della Critica, Targa Paolo Volponi. Nel 2008 il Comune di Bologna gli ha attribuito il prestigioso Nettuno d’oro “Per aver valorizzato ulteriormente, con il suo straordinario percorso nella parola teatrale, l’immagine culturale della città di Bologna”. Il suo teatro è pubblicato da Bulzoni, CuePress, Guaraldi, Il Melangolo, Marietti, Marsilio, Mazzotta, Ubulibri, e su numerose Riviste italiane e straniere. Ha pubblicato tre volumi di poesie (Stramba Bologna sghemba e Il volo dei giorni (Raffaelli Editore) e Tre ballate da cantare ubriachi (Edizioni Pendragon). Insegna recitazione alla Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna, di cui è condirettore.
Paolo Puppa è studioso, drammaturgo e scrittore italiano. È autore di testi teatrali, di narrativa e di numerosi saggi tra cui Teatro veneziano. Tre commedie pastiches (tra Ruzante e Goldoni), Supernova, 2008, Cesco Baseggio, ritratto dell’attore da vecchio, Cierre, Verona 2003 e Roesso mondo, scritto in pavano rinascimentale sulla vita di Ruzante, marzo 2002.
Dal 1987 insegna storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia e in università straniere (tra cui Londra, Los Angeles, Toronto, Parigi). Ha collaborato come critico alle riviste Hystrio, Sipario, Ariel.